Anche l’aborto è violenza sulle donne
In questi giorni è un dilagare di informazioni sulla violenza alle donne. Si risponde così alla iniziativa dell’ONU che ha istituito la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Una ricorrenza che invita governi, organizzazioni internazionali e ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica il 25 novembre di ogni anno.
Siamo così messi al corrente su varie forme di violenza operate dagli uomini ma che hanno un comune sfondo che è quello sessuale.
Noi come ONG che si occupa delle donne che sono spinte con la violenza a rinunciare al loro figlio in grembo, siamo in prima linea non solo il 25 novembre, ma anche negli altri 364 giorni dell’anno. Ci interroghiamo perciò seriamente su questa violenza che avvolge le donne.
Per molti fenomeni naturali o sociali che stanno sotto i nostri occhi la nostra attenzione non si ferma alla fotografia del fenomeno, ma si cerca di curare e a seguire si indaga sulle cause e poi si cerca di prevenire anche con opportune norme. Per fare un esempio nel caso di eventi come le esondazioni dei fiumi si cerca di mettere in sicurezza le persone e le case, ma poi si indaga per capire se le costruzioni erano state autorizzate, se erano costruite in luoghi pericolosi e per il futuro si cerca di evitare di costruire in zone a rischio di alluvione con norme e sanzioni adeguate.
Nel caso della violenza sulle donne la logica fotografia/cura/prevenzione sembra non valere. Il tutto poi si complica perché l’ambito nel quale viene consumata è un ambito totalmente liberalizzato. L’attività sessuale è infatti diventata una delle tante attività che si possono consumare. A fronte di un desiderio, c’è la necessità di soddisfarlo: vale al supermercato, vale per un viaggio, fare per “fare sesso” e vale anche persino per fare un figlio…
La cultura ove la sessualità era tesoro prezioso, esclusivo e protetto nell’ambito coniugale è stata per almeno 50 anni derisa e ridicolizzata. Così oggi ci troviamo a constatare che ciò che era delitto è diventato diritto, ciò che semplicemente era perversione ora è in bella mostra. Straordinariamente, anche grazie alle reti mediatiche, il campo sessuale è diventato l’unico ambito dove praticamente è tutto lecito.
Può essere che il problema della violenza alle donne non si risolva cercando di capire il significato profondo della sessualità per poi procedere con una adeguata educazione della sessualità, così come ci si educa a parlare e a mangiare? Altra domanda: un aiuto potrebbe arrivare da una moratoria sui modelli di sessualità veicolati da film e tele film spesso finanziati con denari pubblici?
Valter Boero, Pres. Associazione Promozione Vita presso l’Ospedale Mauriziano di Torino
Anche l’aborto è violenza sulle donne