Verso il seminario di SOS Vita a Milano: la “rete delle reti” si confronta
13.000 le gestanti accolte dai volontari dei CAV nel 2016 (Vitacav2016) e 8.301 sono i bambini accompagnati alla nascita. In questo contesto si colloca la rete di SOS Vita che registra nei suoi canali di accesso web e verde oltre 3.500 contatti per il 2016
Sono 2.569 le richieste di aiuto al numero verde 800 813 000 direttamente rilevate dalla App di SOS Vita nei 9 mesi successivi alla sua istallazione ovvero da marzo a dicembre 2016.
Entriamo pure nel dettaglio e scopriamo che il:
- 25% riguarda la possibile scelta di aborto (chirurgico o RU 486)
- 42% riguarda il timore di aver concepito e l’assunzione di pillole post concezionali
- 30% riguarda gravidanze inoltrate e problematiche correlate
- 2% riguarda la sofferenza del post aborto
I dati confermano quanto spesso testimoniato dagli operatori di SOS Vita nelle varie occasioni divulgative: ovvero che ben il 67% dei contatti riguardano l’emergenza nell’ambito della sfera riproduttiva, quindi rapporti a rischio, con o senza sistema contraccettivo o per il fallimento dello stesso, arrivando così a creare un esposizione del concepito al rischio di aborto più o meno precoce. Il 25 % di queste chiamate riguardano propriamente l’intenzione di ricorrere all’aborto procurato, chirurgico o farmacologico con RU486 . Da rilevare che questo 25% è un dato comunque in crescita grazie al supporto della rete territoriale dei CAV che diffonde le locandine e il materiale di SOS Vita nei vari ambiti.
Il dato più eclatante è proprio quella di una vera emergenza riproduttiva, corrispondente al 67% delle chiamate dato dalla somma del 42% di donne che temono di aver concepito con il 25% di donne in gravidanza in difficoltà al punto tale di pensare all’aborto. E’ il totale rifiuto della responsabilità, anche della possibile responsabilità non ancora determinata, con il test di gravidanza, frutto della logica affrettata del qui ed ora.
Ed appunto: il 18% delle chiamate hanno riguardato informazioni sulle pillole post-concezionali (Ellaone e Norlevo rispettivamente dei 5 giorni dopo e del giorno dopo) e per un 24% ha comportato analoghe domande su possibili sistemi contraccettivi. Appare evidente quindi fra la popolazione giovanile in particolare una generale e preoccupante disinformazione riguardo gli aspetti basilari della fisiologia riproduttiva, i meccanismi d’azione dei cosiddetti “contraccettivi d’emergenza”, in realtà pillole post-concezionali e quindi potenzialmente abortive, ma anche verso le malattie sessualmente trasmissibili. Questo solo per restare in campo medico. Da rilevare che oltre a questi elementi di tipo medico, gli operatori sono anche coinvolti nella dimensione relazionale e valoriale delle persone coinvolte.
Si evince per questo e per tutte le altre situazioni la necessitàà da parte di tutta la rete dell’emergenza SOS Vita web verde CAV di coordinarsi: è necessario condividere nuove modalità di incontro e di accompagnamento fondate sulla relazione autentica che, tenendo conto della unicità di ciascuno, possa accogliere la fragilità della donna e dell’ uomo moderno condividendo pensieri e azioni utili a trasmettere il messaggio di Accoglienza ed Amore insito nella natura stessa dell’uomo.
Maria Luisa Ranallo, SOS Vita
Verso il seminario di SOS Vita a Milano: la “rete delle reti” si confronta