Vorrei chiamarti mamma di Daniela Solarino
Eccomi qui, piccino
come un chicco di frumento.
Sono un puntino, che pulsa
nel tepore del tuo grembo,
ma riconosco il suono della tua voce
che sta tremando, adesso, in lotta con il pianto.
Piangi per chi mi ha seminato nel tuo corpo,
ma senza amarti… e ci ha lasciato soli.
Piangi perché hai paura,
per l’incertezza lacerante che ti cresce dentro.
Allora, anch’io ho paura,
mi sento ancora più piccino, inerme.
Sotto un’insidia oscura,
diventa ostile la dimora nel tuo ventre.
È una minaccia vile,
che mi vorrebbe strappare via da te.
Eppure, sento che già mi ami.
Anch’io ti voglio bene.
Non mi buttare via, tienimi qui,
restiamo insieme.
Tra nove lune
potrei sbocciare come un fiore.
Sento che ci ameremo
di un amore
che fenderà le brume
dell’incertezza, della paura.
Non mi buttare via, tienimi qui
nella penombra che mi avvolge,
perché diventi un fiore.
Perché possa imparare tutti i verbi della vita
e coniugarli insieme a te.
Vorrei scoprire il mondo, un giorno,
farmi cullare dalle tue braccia…
vorrei chiamarti mamma.
Fatti chiamare mamma, un giorno,
dalla mia voce.